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Scoperta la Venere di Egerszeg in Ungheria (Il Fatto Storico)
- di Grazia Pattumelli
- 28 Ago 2020 alle 15.38
Idolo femminile Lengyel Ungheria
La scoperta è frutto degli scavi di archeologia preventiva per la costruzione di una pista automobilistica. Dal 2017, il personale del museo ne monitora continuamente i lavori di sterro. Nella parte orientale dell’area, sopra il torrente Nagypáli, sono state trovate tracce di un grande insediamento della cultura Lengyel, formatasi nel V millennio a.C. Il più bel ritrovamento degli ultimi tre anni è una statuetta femminile in argilla, scoperta lo scorso 7 luglio. La sua particolarità è la meticolosa lavorazione: finora solo state portate alla luce pochissime statuette della cultura Lengyel. Tra le più note ci sono la Venere di Langenzersdorf e quella di Falkenstein, entrambe rinvenute in Austria.
Nel sito di Zalaegerszeg, gli archeologi hanno trovato anche altri reperti, utensili di pietra e frammenti di ceramica dipinti di giallo, rosso e bianco. Probabilmente la statuetta era stata deliberatamente rotta in pezzi, come rilevato in numerosi altri casi analoghi del Neolitico europeo. Il busto è allungato mentre le gambe – una grossa natica è stata trovata accanto – sono corte e prominenti: è possibile che una cerimonia religiosa dovesse propiziare la fertilità dei campi coltivati o la fecondità degli abitanti. La “Venere” sarà il pezzo forte di una mostra virtuale che comprenderà gli altri reperti preistorici scavati nella contea di Zala, prevista per l’anno prossimo sul sito del museo di Göcsej.
Nel sito di Zalaegerszeg, gli archeologi hanno trovato anche altri reperti, utensili di pietra e frammenti di ceramica dipinti di giallo, rosso e bianco. Probabilmente la statuetta era stata deliberatamente rotta in pezzi, come rilevato in numerosi altri casi analoghi del Neolitico europeo. Il busto è allungato mentre le gambe – una grossa natica è stata trovata accanto – sono corte e prominenti: è possibile che una cerimonia religiosa dovesse propiziare la fertilità dei campi coltivati o la fecondità degli abitanti. La “Venere” sarà il pezzo forte di una mostra virtuale che comprenderà gli altri reperti preistorici scavati nella contea di Zala, prevista per l’anno prossimo sul sito del museo di Göcsej.

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